In uno dei primissimi interventi a Museum Next 2017 a Rotterdam, Kathleen Gardner, Director of Innovation al Minneapolis Institute of art, ha detto che:
@karleen_gardner talking abot letting go of perfection and willingness to take risks. That’s something to aim at for all museums #MuseumNext
— Henna Ylänen (@HennaYlanen) June 27, 2017
Nello stesso momento, nell’altra sala, Tim Powell, Digital Producer agli Historic Royal Palaces di Londra presentava The Lost Palace, un’esperienza di visita audio interattiva straordinaria, il cui slogan è “hai mai sentito il cuore di un re battere nelle tue mani?”. Dal punto di vista gestionale e produttivo, la chiave del successo, ha spiegato Powell, è stata l’adozione di un modello industriale di ricerca e sviluppo, con una open call alle comunità di creativi per creare prototipi.
“Come non morire di eccellenza”, di Adam Lerner, direttore del Museo di Arte Contemporanea di Denver, ha chiuso il cerchio con una riflessione sul fatto che i musei – sempre molto bravi nel mostrare i prodotti finiti – devono diventarlo anche nel rendere conto del caos creativo e della processualità. L’intervento di Lerner – una bomba – si può vedere qui.
Imparare a sviluppare prototipi può essere la chiave per liberarsi dall’ossessione del perfezionismo, accettare il caos, e quindi diventare più bravi?
Ecco una mia intervista a Tim Powell in cui affrontiamo la questione.
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