Dall’11 maggio 2017 è online www.segantiniearco.it, il sito web del progetto “Segantini e Arco”. Ne ho curato il progetto editoriale, lavorando con Caterina Gasperi di evoq per la grafica e Cristian Pozzer per la parte informatica.

Segantini e Arco – il sito web
Il bello di questo progetto, nato nel 2015 e di cui la parte web è solo l’ultimo tassello, è che è uno di quei casi in cui le istituzioni culturali lavorano davvero insieme, con risultati e ricadute positive, senza tante chiacchiere.
Il MAG, Museo Alto Garda, gestisce tra le sue sedi la Galleria Civica G. Segantini di Arco, che è il paese natale del grande pittore italiano. Il Mart di Rovereto, che è a pochi chilometri da Arco, possiede opere di Segantini, fondi archivistici (come la corrispondenza con Grubicy nel Fondo Grubicy-Benvenuti), relazioni istituzionali internazionali e soprattutto le intelligenze curatoriali necessarie per far vivere i contenuti.
Nell’era della riscoperta dell’autorevolezza degli esperti – che ancora non è arrivata, beninteso, ma non mancherà poi molto – mettere a frutto il genius loci vuol dire questo: trovare le soluzioni amministrative e gestionali per far lavorare insieme i luoghi autentici e le istituzioni complesse su cui una comunità ha investito soldi e attese.
Ecco quindi i risultati:
- Fino al 2015 per leggere la biografia di riferimento di Giovanni Segantini, bisognava sapere il tedesco, perché nessuno aveva mai tradotto il volume “Giovanni Segantini: sein Leben und sein Werk”, pubblicato da Franz Servaes a Vienna nel 1902.
Il progetto di Arco, diretto da Alessandra Tiddia del Mart si è fatto carico della traduzione, affidata ad Andrea Pinotti.
Ora quindi il testo è disponibile in italiano – e vi assicuro che è una lettura molto più che emozionante: se vi interessa la storia non dico dell’arte ma anche solo del pensiero occidentale durante la transizione verso la modernità, questo testo vi servirà.
Potete leggerlo online, in versione integrale, su segantiniearco.it
Ma online ci sono anche le scansioni dell’originale del 1902, se è questo che vi dà il friccicorìo ai polpastrelli (a me lo dà). Potete sfogliarle a questo link.
Oppure potete farvi un giro ad Arco, vedere le pagine su maxischermo nelle postazioni “Segantini Doc“, all’ingresso della Galleria Civica, poi uscire, guardare il paesaggio e scoprire che Segantini, in Engadina, non dipingeva solo le montagne che vedeva ma anche quelle che ricordava. - Fino a qualche tempo fa, se volevate sapere quante sono, dove si trovano e che aspetto hanno tutte le opere di Giovanni Segantini conservate in musei internazionali, auguri. Ora si può fare, perché il progetto Segantini e Arco ha mappato e documentato tutto.
Giovanni Segantini – L’Ora mesta, (1892). Collezione privata in deposito alla Galleria Civica G. Segantini di Arco
In Galleria potete consultare i dati su maxischermo: 300 immagini da 74 musei di tutto il mondo, zoomabili fino alla singola pennellata.
Su segantiniearco.it potete cercare tutte le opere per titolo, anno, opera, tecnica o museo. - Il dibattito scientifico sul divisionismo e su Segantini è molto attivo. “Segantini e Arco” organizza convegni specialistici di alto livello, e pubblica i risultati in una collana, intitolat
a Segantiniana. Studi e ricerche. L’ultimo volume, appena stampato, è sfogliabile interamente online, e contiene saggi di Alessandra Tiddia, Sara Gimona e Tatiana Marini, Annie-Paule Quinsac, Gioconda Leykauf-Segantini e Daniel Kletke, Ilaria Cimonetti, Annalisa Bonetti, Sergio Fant e Roberta Bonazza.Su segantiniearco.it/it/segantiniana sono sfogliabili anche tutti i cataloghi delle mostre prodotte nell’ambito del progetto.