Al Mart ho lavorato 11 anni. Mi sono occupato di comunicazione e innovazione.
Come freelance ho curato per il museo un progetto intitolato “Libri di guerra“, ispirato alla mostra “La guerra che verrà non è la prima“. Il museo digitalizza e carica su Wikisource sei romanzi introvabili ispirati alla prima guerra mondiale, e invita lettori, scrittori e blogger a riutilizzare i testi liberamente. Compreso lo sfruttamento commerciale. Caro lettore, se non hai niente di meglio da fare stasera, puoi leggere “La guerra nelle montagne” di Rudyard Kipling scaricandolo qui. A questo link potete invece trovare il comunicato stampa del progetto. Altre informazioni su Crowdmap.
Nel maggio 2015 ho presentato “Libri di guerra” al convegno Museum Next, a Ginevra.
I miei progetti al Mart tra il 2010 e il 2014
Ho formato un web team – composto da persone di tutti i dipartimenti del museo – con lo scopo di attuare la mission del Mart. Con loro, ho lavorato per diffondere competenze digitali in tutta l’istituzione, e per valorizzare l’autonomia dei professionisti del museo. Per “dare voce a opinioni e prospettive diverse”, come recita la mission del Mart, bisognava cominciare dall’interno, e ci siamo riusciti. Grazie al web team il Mart produce, monta, ottimizza e pubblica video su Youtube direttamente con il personale dell’archivio fotografico; gli archivisti gestiscono blog su tumblr ; l’ufficio stampa fa le dirette su twitter delle conferenze stampa; la sezione didattica dialoga con community di influencers nei settori del design su Pinterest.
Al convegno internazionale Musem Next, nel maggio 2014, ho raccontato come per la mostra “Progetto Cibo” il Mart abbia prodotto contenuti di qualità e di successo, senza ricorrere al “marketing”, ma semplicemente portando il museo – cioè le persone che ci lavorano – sul web. “Un caso unico al mondo”, secondo il commento di Jasper Visser.
Tra il 2011 e il 2014, in sintonia con la direzione, ho sviluppato una strategia per la comunicazione sul web che ha reso il Mart il museo più influente d’Italia sul web (punteggio 70 su Klout nel luglio 2014). Insieme al web team abbiamo portato il Mart sul Google Cultural Institute; abbiamo prodotto delle audioguide gratuite con interviste ad artisti internazionali spendendo 0€; abbiamo tolto il divieto di fotografare al museo prima che il ministro Franceschini cambiasse la legge; abbiamo messo il wifi in tutto il museo; abbiamo accolto i visitatori con una segnaletica che, al contrario di quanto avviene di solito nei musei italiani, spiega cosa si può fare.
Abbiamo portato un wikipediano in residenza al museo per sei mesi, con una posizione retribuita: sono i musei i responsabili dei contenuti web che li riguardano, ed è strategico presidiarli sapendo attrarre i professionisti capaci di orientare le opinioni.
Accanto allo sviluppo di questi progetti mi sono occupato dello sviluppo, redazione e manutenzione del sito web del museo; della gestione della newsletter; di integrazioni di database; di scrittura, pubbliche relazioni e gestione eventi con l’ufficio stampa del museo; e di relazioni internazionali per presidiare la reputazione del museo.